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a cura di Marco Cavietti

Palombara sorge in territorio Sabino dominata dal Castello Savelli, costruito a ridosso dell’alta torre di vedetta denominata Torrione (IX secolo) edificata per contrastare gli attacchi saraceni. Le origini del castello si collocano tra il IX e l’XI secolo quando la famiglia Ottaviani si impossessò del luogo cingendo la torre con alte mura di cinta; esso appare menzionato in un atto di donazione all’Abbazia di Farfa del 1090 e riappare in un documento testamentario del 1111. Passò in seguito nelle mani della famiglia Crescenzi e dal 1279 al 1637 è proprietà dei Savelli. Il paese nel corso del Trecento crebbe intorno alle mura e al suo castello seguendo l’andamento del terreno in una struttura primitiva a spirale. Con il tempo, l’abitato si sviluppò acquisendo una configurazione ad anelli concentrici.

 

Palumbaria

Il toponimo Palombara ha origine dal termine “Palumbaria” (dal latino palumbus: colombo), ovvero un fabbricatodestinato all’allevamento dei colombidiffuso in tutto il Lazio; il nomePalumbaria  appare già nel IX secolo e potrebbe derivare dal nome casa Palumbi, un fondo dato in enfiteusi dagli abati Siccardo e Pietro e lo si ritrova ancora nell’863 nel Liber Largitorium di Gregorio da Catino. E’ possibile anche che il termine derivi da Palumbifarae, dove la “fara”indicavagli stanziamenti militari longobardipresenti nei colli di confine, successivamente divenuti farae, cioè nuclei familiari locali che daranno origine al castrum(castello). Dunque, potrebbe essere stato un Palumbus a dare il nome alla fara. Oppure potrebbe derivare da “columbaria”, termine proveniente dalla consuetudine sepolcrale longobarda della columba ex lignafacta, collocata sulla pertica sistemata sopra la tomba del guerriero. Una bolla di papa Giovanni XIX del 1029 contiene per la prima volta il riferimento a Columbaria, nome usato per indicare il feudo dei di­scendenti del duca longobardo Alberico, gli Ottaviani, i quali riuscirono ad ottenere  una certa autonomia dalla Chiesa, tanto da farsi chiamare “reguli”ovvero piccoli re, almeno fino al XIII secolo, quandoil feudo passò nelle mani della famiglia Savelli, che ne mantenne il controllo fino al 1637. Il dominio dei Savelli fino a quella data si estendeva su un vasto terreno che comprendeva anche Stazzano e Cretone con le sue terme e castello. L’influenza della famiglia era esercitata anche sull’Abbazia di S. Giovanni in Argentella, le cui prebende restano a lungo fonte di entrate economiche per i cardinali della famiglia.

I Savelli a Palombara

Al dominio dei Savelli è legato un considerevole aumento del benessere della popolazione, tanto da registrare un notevole accrescimento demografico che vide gli abitanti passare da trecento a duemila anime.La famiglia Savelli coinvolsePalombara in una serie di vicende drammatiche e piuttosto violente che videro Giacomo Savelli ergersi a protettore dei banditi romani Tiburzio e Valeriano di Maso i quali, con il suo beneplacito, si erano stanziati a Palombara. Tenaci oppositori del papa, alla fine i due vennero catturati da Pio II e giustiziati, ma non senza conseguenze per il paese che incorse nelle ire del pontefice e nel 1461 fu assediato dalle truppe pontificie che costrinsero Giacomo Savelli alla resa.

Nel 1496 e nel 1497 Palombara fu oggetto di due assedi a causa dell’alleanza dei Savelli con i Colonna, in guerra contro gli Orsini. Con il Trattato di Tivoli papa Alessandro VI impose la pace confiscando però Palombara ai Savelli; solo nel 1508 Troilo Savelli recuperò il feudo perduto, restituitogli da Giulio II il quale si adoperò per riconsegnare le proprietà confiscate a coloro che erano stati coinvolti nella guerra tra Colonna ed Orsini. Durante i restauri del XVI secolo il castello perse la funzione di rocca fortificata per assumere l’aspetto di dimora signorile: l’edificio è dotato di 132 ambienti con una struttura alquanto complessa a causa di numerosi rimaneggiamenti e restauro di fabbricati annessi di volta in volta. Poco resta delle decorazioni originarie delle sale anche se recenti restauri hanno portato alla luce diversi ambienti affrescati, mentre appare pressoché intatto il bellissimo cortile interno adorno di scale e rampe.

Il feudo restò di proprietà dei Savelli fino al  XVII secolo quando il tracollo economico li costrinse a rinunciarvi e a venderlo ai Borghese nel 1637 i quali lo cedettero ai Torlonia nel 1803. Il castello fu adibito nel tempo ad uso abitazione, uffici e persino carceri ai primi del Novecento; attualmente è sede di una biblioteca e di un Museo Naturalistico.

Quanto a Palombara Sabina si costituì in Comune nel 1870 e nel 1872 fu stabilito con regio decreto di aggiungere al nome di Palombara l'aggettivo Sabina.

Bibliografia:

  1. Silvi, A. Donò, Un ciclo di affreschi del pieno Rinascimento tornato alla luce a Palombara Sabina, in “Rivista cistercense”, 6 (1989), pp. 85-106; A. Viola, E. Virdia, Il Castello di Palombara Sabina, in “Lazio ieri e oggi”, 28 (1992), pp. 40-42; A. Benedetti, Palombara attraverso i dati dei cessati catasti e non solo, Roma 2016.


Siti web:

http://www.lapalombella.org

http://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/palombara/Storia.htm

http://www.tibursuperbum.it/ita/escursioni/palombara/AffreschiCastello.htm

http://www.tesoridellazio.it/pagina.php?area=i+tesori+del+lazio&cat=Castelli+e+fortezze&pag=Palombara+Sabina+(RM)+Castello+Savelli

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