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di Rossana Castrovinci

Nel 1620 Paolo Giordano II affidò l’incarico di Stampatore Ducale ad Andrea Fei, il quale già da tempo era uno degli stampatori più attivi nell’ambito romano e a Bracciano; qui, nel cuore del feudo degli Orsini, a partire dal 1614 Fei aveva avviato una tipografia. Il nuovo duca di Bracciano succeduto al padre Virginio Orsini, morto nel 1615, era un poeta marinista dilettante e maggiormente incline alle arti piuttosto che alla politica. Paolo Giordano II apprezzava moltissimo il lavoro svolto da Fei e sua intenzione era quella di dotare il feudo principale di una stamperia ufficiale, sull’esempio dei Farnese che avevano favorito l’impianto della stamperia di Ronciglione per pubblicare i documenti del Ducato di Castro e le opere degli autori a loro legati. La stamperia di Bracciano, com’è noto, fu favorita anche dall’esistenza di una cartiera che produceva una carta adatta alla stampa.

Andrea Fei nacque a Siena intorno al 1579 da Giovanni Battista, anch’egli stampatore, che si trasferì a Roma nel 1585 con tutta la famiglia. Saverio Franchi nel suo fondamentale Dizionario bio-bibliografico degli editori e stampatori romani e laziali ipotizza che Giovanni Battista Fei, morto nel 1591, avesse lavorato presso la grande tipografia Zanetti – di Francesco e poi di Luigi, quest’ultimo stampatore della Tipografia Vaticana – una delle maggiori in città, dove Andrea potrebbe avere praticato l’apprendistato. Nel 1597 il giovane sposò Caterina de Lazzari, discendente da una importante stirpe di stampatori; i due ebbero otto figli, di cui soltanto uno, Giacomo, proseguirà la tradizione familiare succedendo al padre nell’attività tipografica. Da quanto dichiarato nel testamento di Giacomo, il padre Andrea esercitò la professione a partire dal 1599, quando si associò con Antonio Facchetti stabilendo l’attività a piazza Madama. La società con Facchetti ebbe vita breve e Fei tornò a lavorare per una decina d’anni, stavolta in una posizione di rilievo, presso la stamperia Zannetti. Secondo Franchi, egli prima di mettersi in proprio prestò servizio probabilmente per la Stamperia Orientale Medicea. Nel 1613, è bene notare, Fei lasciò la stamperia Zannetti e dal 1614 impiantò le tipografie di Roma e Bracciano.

Alquanto numerosa e variegata nei titoli è la sua produzione che comprende poesia, religione, astronomia storiografia, antiquaria, musica, teatro e medicina. Notevoli per la loro veste tipografica sono due volumi pubblicati nelle stamperie di Bracciano e di Roma: la Rosa Ursina sive Sol (fig. 1) opera dell’astronomo Gesuita Christoph Scheiner, edita presso la stamperia ducale di Bracciano tra 1626 e 1630 e La Historia augusta da Giulio Cesare à Costantino il Magno (fig. 2) dell’erudito antiquario Francesco Angeloni, stampata a Roma nel 1641, opere da considerare a tutti gli effetti i fiori all’occhiello delle due stamperie del Fei.

Degna di segnalazione è la stampa nel 1627 dell’opera di Juan Bauptista de Lezana – teologo marianista madrileno e dal 1625 consultore dei Carmelitani romani – la Reformatio regularium seu de disciplina religiosa, edita da Fei sia a Bracciano, con dedica al duca Paolo Giordano II (fig. 3), sia a Roma, con offerta al Padre Generale dei Carmelitani Gregorio Canali (fig. 4): come si può notare in entrambi i frontespizi Fei utilizza la medesima incisione, cambiando solo il nome del dedicatario dell’opera e i decori dei plinti.

Generalmente Fei per le proprie opere si serviva di incisioni inedite. Un caso fa eccezione: quando nel 1625 in occasione del Giubileo ripubblicò il Trattato novo delle cose maravigliose dell’alma città di Roma di Pietro Martire Felini – edito per la prima volta nel 1610 a Roma da Bartolomeo Zanetti, «ad istanza di Gio. Antonio Franzini, & heredi di Girolamo Franzini». Fei correda il testo con le incisioni presenti nel trattato Le cose maravigliose dell’alma città di Roma, anfiteatro del mondo. Con le Chiese et Antichità rappresentate in disegno da Girolamo Francino edita a Roma nel 1600 sempre ad istanza di Giovanni Antonio Franzini e degli eredi di Girolamo. Quest’ultima opera contiene un’Aggiunta di Prospero Parisio Romano stampata sempre nel 1600 a Roma dalla società Fei e Facchetti le cui incisioni si ritrovano nella nuova edizione del 1625 del Trattato novo di Pietro Martire Felini.

Andrea Fei morì il 6 febbraio 1650 nella sua casa sul Corso individuata con ogni probabilità con lo stabile prospettante sul Corso angolo con l’attuale via di Gesù e Maria, con affaccio sul giardino del vecchio Ospedale di San Giacomo degli Incurabili. Fu sepolto, come da testamento, nella tomba di famiglia a S. Maria del Popolo, davanti l’altare di S. Lucia. Dei figli maschi sopravvissuti al padre restò solo Giacomo che continuò l’opera paterna, sebbene questi avesse affiancato il padre soltanto a partire dal 1640 quando aveva quasi quarant’anni.

  • fig. 1 - Frontespizio del trattato di Christoph Scheiner, Rosa Ursina sive Sol (Bracciano, 1626-1630), Roma, Biblioteca Casanatense, M.III.23
  • fig. 2 - Frontespizio dell’opera di Francesco Angeloni, La Historia augusta da Giulio Cesare à Costantino il Magno (Roma, 1641), Roma, Biblioteca Casanatense, M.III.49
  • fig. 3 - Frontespizio dell’opera di Juan Bauptista de Lezana, Reformatio regularium seu de disciplina religiosa (Bracciano, 1627), Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 14.26.N.46
  • fig. 4 - Frontespizio dell’opera di Juan Bauptista de Lezana, Reformatio regularium seu de disciplina religiosa (Roma, 1627), Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 8.33.1.4

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