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Albano Laziale

a cura di Marco Cavietti

Il complesso conventuale e la chiesa di Santa Maria della Stella dei padri carmelitani, non lontano dall’Appia antica e dai resti di un’antica necropoli, furono costruiti attorno al 1561 su un terreno donato, anche in questo caso, dai Savelli. Nel 1621 iniziarono i lavori per un nuovo santuario, ma a causa della mancanza di fondi andavano a rilento. Nel 1676 la chiesa crollò e restò indenne solo l’altare dedicato alla Madonna. Il Comune di Albano, spinto dalla grande devozione della comunità, decise di impegnarsi nella ricostruzione della chiesa, che venne riaperta al culto nel 1687.

Il principe Giulio Savelli partecipò alla ricostruzione della chiesa e finanziò la realizzazione dell’altare maggiore; a ricordo del suo interessamento rimane l’iscrizione nella controfacciata, dove viene riprodotto lo stemma araldico della famiglia. L’altare è costituito da una struttura a tempio: le allegorie della Chiesa e della Fede sono adagiate sul timpano, mentre al centro, sorretta da due angeli, appare l’immagine scampata al crollo con la Vergine con il bambino, davanti a questa struttura è posto un architrave che sorregge quattro imponenti statue raffiguranti i santi Rocco e Sebastiano e le sante carmelitane Teresa d’Avila e Maddalena de’ Pazzi. Gli interventi decorativi nell’interno della chiesa vengono commissionati a maestranze romane dallo stesso principe.

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