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(1541 - 1585)

Signore, poi duca di Bracciano e marchese dell'Anguillara, nacque nel 1541 da Francesca Sforza di Santa Fiora e da Girolamo Orsini, che perse in tenera età, restando sotto la tutela dello zio il cardinale Sforza. Negli ambienti di casa Sforza e Farnese ricevette una formazione fondata sui modelli della più alta e raffinata educazione principesca che coniugava gli studi umanistici con la danza, il canto, la musica e la disciplina delle armi (E. Mori, ad vocem, Paolo Giordano I, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 79, Roma 2013, pp. 694-696).

Nel 1558 Paolo Giordano sposò Isabella de' Medici, figlia del duca Cosimo I (ASF, Misc. Med., 580, c. 233v), dalla quale ebbe due figli: Eleonora, sposata con Alessandro Sforza di Santa Fiora duca di Segni (1571 -1634) e Virginio (1572-1615) che gli successe al ducato di Bracciano. Nel 1560 il papa eresse in ducato il feudo di Bracciano (ASC, AO, I serie, Pergamene, II.A.25,023/A). Con questo provvedimento il pontefice riconosceva ufficialmente l’autonomia giudiziaria e legislativa di quello che sarebbe divenuto un vero e proprio Stato all’interno del patrimonio di S. Pietro. Da questo momento Poalo Giordano si adoperò a commissionare i restauri e le decorazioni dei palazzi di sua proprietà, coinvolgendo l’architetto fiorentino Nanni di Baccio Bigio, e Taddeo e Federico Zuccari per affrescare gli interni del castello di Bracciano. Nonostante ciò, il duca per volontà di Cosimo de’ Medici, continuò ad abitare a Firenze con la moglie Isabella. Nel 1565 Cosimo donò loro la villa di Baroncelli, detta poi Poggio Imperiale (ASF, Misc. Med., 958; cfr. E. Mori, ad vocem, Paolo Giordano I.. pp. 694-695).

Nel 1571, in occasione della lega contro i turchi, Orsini partì come venturiero con l’aiuto di Don Juan de Zuñiga, ambasciatore a Roma di Filippo II, e del genovese Giannandrea Doria, comandante della flotta spagnola. Fu ferito a Lepanto e si guadagnò la nomina da parte di Filippo II di ‘Generale dell’Infanteria Italiana nell’armata della Santa Lega’ (ASC, AO, Corrispondenza, b. 60, n. 72).
Dopo la morte di Cosimo (1574) e soprattutto dopo quella della moglie Isabella (1576) rimase nel più totale isolamento politico e non riuscì più a ottenere incarichi militari. La ricca corrispondenza dell’archivio Orsini rivela che egli spese gli ultimi anni della sua vita nel disperato tentativo di difendere il suo Stato dai creditori, che si erano impadroniti di feudi in cambio del denaro prestato, da Gregorio XIII, che minacciava l’incameramento delle sue terre, e dalle calunnie che lo volevano ricettatore di banditi per giustificare l’esproprio. Per due volte contrasse matrimonio con Vittoria Accoramboni, una nobildonna di Gubbio (10 ottobre 1583; 23 aprile 1585): le prime nozze, per l’ostilità della Spagna e dei Medici, furono annullate dal pontefice.

Morì a Salò il 13 novembre 1585, dopo aver inutilmente tentato di ricevere un incarico dai veneziani (E. Mori, ad vocem, Paolo Giordano I, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 79, Roma 2013, pp. 694-696; B. Furlotti, A Renaissance baron and his possessions. Paolo Giordano I Orsini Duke of Bracciano (1541-1585), Turnhout 2012).

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