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di Elisabetta Mori

L’Archivio Storico Capitolino conserva numerosi fondi famigliari, tra questi il più grande e il più antico è quello Orsini acquistato dal Comune di Roma nel 1905. Altre due acquisizioni sono seguite nel 1966 e nel 1985. Fino al restauro della sede dell’Archivio, conclusosi nel 2010, l’archivio era conservato nella sala ovale, oggi adibita a sala di consultazione. L’Archivio Storico Capitolino conserva numerosi fondi famigliari, tra questi il più grande e il più antico è quello Orsini acquistato dal Comune di Roma nel 1905. Altre due acquisizioni sono seguite nel 1966 e nel 1985. Fino al restauro della sede dell’Archivio, conclusosi nel 2010, l’archivio era conservato nella sala ovale, oggi adibita a sala di consultazione. Gli Orsini detennero per secoli il governo non di semplici possessi feudali ma di territori che per la loro complessità e peso politico potevano qualificarsi con la dignità di Stati. I forti legami con la Chiesa romana e le conseguenti cariche a vescovo, cardinale e pontefice, i rapporti diplomatici e genealogici con le più importanti case regnanti europee, hanno lasciato ampie tracce nelle carte (figg. 4-5).

L’Archivio Orsini è uno dei più imponenti archivi familiari italiani. Nasce nel 1560 in concomitanza con l’istituzione del Ducato di Bracciano (fig. 3). Il fondo archivistico inevitabilmente segue e rispecchia la storia non lineare della famiglia, che presenta continui snodi, deviazioni, percorsi che si interrompono, altri che si ramificano come appare evidente da un antico albero genealogico (fig. 6). Sebbene abbia subìto vicende travagliate, la documentazione conservata al Capitolino, costituita da 4652 tra registri e faldoni, più 2462 pergamene, ricopre in modo abbastanza organico un lunghissimo arco cronologico che va dall’XI al XX secolo rappresentando principalmente le linee genealogiche degli Orsini di Bracciano, di San Gemini e di Gravina a cui progressivamente si sono aggregati altri complessi documentari (fig. 7).

La gran mole di documentazione è stata per molto tempo poco consultata; questo era dovuto a diversi motivi, primo dei quali la mancanza di un inventario generale. L’archivio nel suo complesso si presentava corredato da strumenti di ricerca inadeguati, carenti e frammentari. Solo il fondo delle pergamene era dotato di uno schedario analitico organizzato alfabeticamente per luoghi. Di conseguenza gli studi più approfonditi, fino a una decina di anni fa, riguardavano soprattutto l’età medievale.Altra ragione di difficoltà per gli studiosi è stato il doversi muovere all’interno di un complesso documentario non più integro, in quanto una parte delle carte, rimasta alla famiglia, negli anni Sessanta del Novecento è stata esportata e acquistata dal Department of Special Collections della Charles E. Young Research Library dell’Università di Los Angeles.

Dal 2004 l’Archivio Storico Capitolino ha promosso una campagna di inventariazione informatizzata generale, utilizzando e unificando tutti gli strumenti di ricerca preesistenti e concentrando gli sforzi sulle parti non inventariate che sono state schedate arrivando, quando necessario, al livello del singolo documento. Sono stati individuati e isolati gli archivi dei principali rami di Bracciano, San Gemini e Gravina, oltre ai vari nuclei documentari confluiti attraverso matrimoni, donazioni,volontà testamentarie (fig. 8). L’inventario, oggi terminato, è consultabile dai terminali della Sala Studio e sarà presto on-line come già avvenuto per la serie delle pergamene con la digitalizzazione delle immagini allegata alle schede.

La ripresa dei lavori di inventariazione, sia a Los Angeles sia a Roma, da qualche anno ha dato nuovo impulso agli studi, soprattutto quelli concentrati sull’età moderna. Sono riprese le ricerche di carattere storico artistico per molto tempo trascurate a causa del pregiudizio che ha sempre visto gli Orsini come una famiglia di condottieri quasi esclusivamente dediti al mestiere delle armi. Una bella pubblicazione del 1981, curata da un’autorevole compagine di storici dell’arte, era rimasta per lungo tempo un fatto isolato. In questi ultimi anni la famiglia e l’archivio Orsini sono stati oggetto di simposi nazionali e internazionali, tra cui il convegno Gli Orsini e i Savelli nella Roma dei papi. Arte e mecenatismo di antichi casati dal feudo alle corti barocche europee, a cura di Cecilia Mazzetti di Pietralata (Università di Chieti) e Adriano Amendola (Università di Salerno), nell’ambito del progetto Firb. Oggi l’archivio Orsini è sempre più frequentato da storici della musica, dell’arte e della letteratura. Le recenti voci per il Dizionario Biografico degli Italiani hanno ampliato il panorama dei personaggi Orsini mettendo in evidenza coinvolgimenti politici e culturali di ampio respiro. Tutto questo è stato possibile perché l’Archivio Storico Capitolino, senza togliere dalla consultazione la documentazione, per anni è andato via via offrendo, in sinergia con gli studiosi, mappe di consultazione sempre più dettagliate.

  • fig. 1 La Sala Ovale negli anni '40 del Novecento allestita con l’Archivio Orsini, Archivio Storico Capitolino, archivio fotografico (su gentile concessione dell’Archivio Storico Capitolino)
  • fig. 2 Il principe Raimondo Orsini nella Sala Ovale, Archivio Storico Capitolino, archivio fotografico(su gentile concessione dell’Archivio Storico Capitolino)
  • fig. 3 Disegno di un armadio dell’Archivio Orsini, 1560 circa, UCLA, Orsini Family Papers, 902
  • fig.4 Lettera di re Luigi XIII il Giusto del 1617, Archivio Storico Capitolino, Archivio Orsini, I serie, corrispondenza diplomatica (su gentile concessione dell’Archivio Storico Capitolino)
  • fig. 5 Lettera di re Filippo III di Spagna del 1618, Archivio Storico Capitolino, Archivio Orsini, I serie,corrispondenza diplomatica. (su gentile concessione dell’Archivio Storico Capitolino)
  • fig. 6 Albero genealogico Orsini, Archivio Storico Capitolino, Archivio Orsini, cas. 2, 41 (su gentile concessione dell’Archivio Storico Capitolino)
  • fig. 7 Pergamena con concessione di Pandolfo di Capua datata 1012, Archivio Storico Capitolino, Archivio Orsini, Pergamene, II.A.01. (su gentile concessione dell’Archivio Storico Capitolino)

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