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tra Orsini e Odescalchi

a cura di Francesca Parrilla

I documenti più antichi attinenti al castello di Bracciano risalgono al XIII secolo e riguardano i Prefetti di Vico che al tempo governavano nella Tuscia. Il loro potere durò per molti secoli, sebbene fossero perennemente in lotta con gli Orsini. All’epoca la pianta del castello aveva la forma di un pentagono irregolare con sei torrioni cilindrici. In seguito, la rocca fu riscattata dal Senato Romano e nel 1419, per intervento del papa Martino V, divenne feudo di Carlo, Francesco e Orso Orsini. Il primo intervento di ampliamento si deve a Napoleone Orsini: una lapide datata 1470, testimonia i suoi interventi di natura difensiva. Quindi ad est rimaneva la rocca vecchia mentre ad ovest si sviluppava la nuova costruzione. Nel 1480, alla morte di Napoleone, i lavori furono continuati da suo figlio, Gentil Virginio. Lui farà costruire i muraglioni sotto il castello, dove ora sono i giardini. Quando morì, la fortezza fu ereditata da Paolo Giordano I che fece eseguire i lavori di consolidamento nella rocca vecchia. Infine, il ducato passò nelle mani di Flavio (ultimo duca di Bracciano), che fu costretto a causa dei debiti ad alienare l’intero ducato, come anche il feudo di Campagnano. Nel 1661 divenne proprietà dei Chigi e nel 1696 fu acquistato da Livio I Odescalchi, costretto a sua volta ad alienare i suoi beni a favore dei Torlonia, i quali realizzarono alcuni restauri che ricevettero molte critiche. Giovanni Torlonia acquistò il ducato per la cifra di 400 mila scudi più jusredimendi, una formula attraverso la quale il ducato entro 50 anni poteva essere riscattato. Infatti, nel 1848 Livio III Odescalchi riacquistò il ducato per la stessa somma. Alla fine dell’Ottocento il castello fu oggetto di un importante restauro compiuto dall’architetto Raffaello Ojetti. Borsari nella sua importante guida sul castello di Bracciano (1895) paragona la rocca a palazzo Venezia: egli infatti riscontra molte analogie sul tipo di palazzo baronale fortificato e sullo stile in generale, suggerendo come autori del castello i nomi degli architetti che costruirono a Roma palazzo Venezia e palazzo Colonna ai Santi Apostoli.

Bibliografia
A. Cavallaro, Bracciano e gli Orsini, Roma 1981; C. Michelli Giaccone, Bracciano e il suo castello, Roma 1990; Eadem, Il Castello Orsini - Odescalchi di Bracciano, Roma 1991; C. Shaw, The politicalrole of the Orsini family from Sixtus IV to Clement VII: barons and factions in the PapalStates, Roma 2007; G. C. Bascapè, C. Perogalli, Castelli del Lazio, Milano 1968, pp. 95-97;

L. Borsari, R. Ojetti, Il Castello di Bracciano. Guida storico-artistica, Roma 1895, in particolare pp. 12-23; L. Martino, Castello Orsini Odescalchi, Bracciano, Milano 1989; L. Scotoni, I territori autonomi dello Stato Ecclesiastico nel Cinquecento, Università di Lecce, Facoltà di Magistero, Istituto di Geografia, Quaderno n. 8, Lecce 1982)

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