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a cura di Marco Cavietti

Nel 1529, il capitano di ventura Giovanni Battista Savelli, figlio di Bernardino, riceve dall’imperatore Carlo V il feudo di Antrodoco e la carica di viceré d’Abruzzo oltre ad una pensione di mille scudi annui. Più di un secolo dopo, nel 1658, il principe Giulio eredita dal padre Bernardino i feudi abruzzesi. Le proprietà in territorio abruzzese, inclusa la contea di Celano, derivavano dal matrimonio di Giulio con Maria Felice Peretti avvenuto nel 1620. Celano verrà

Monastero e chiesa della Concezione

a cura di Marco Cavietti

La principessa Caterina Savelli, moglie di Paolo Savelli, sin dal 1625 si impegna nella costruzione ex novo del convento delle Farnesiane fondato da suor Francesca Farnese e della chiesa della Concezione. La principessa stipula contratti con scalpellini e falegnami locali dai quali si evince che i lavori erano in stato di avanzamento già nel 1630. Il convento sarà di fatto terminato l’anno successivo.

Caterina Savelli, come tutta

a cura di Marco Cavietti

Palombara sorge in territorio Sabino dominata dal Castello Savelli, costruito a ridosso dell’alta torre di vedetta denominata Torrione (IX secolo) edificata per contrastare gli attacchi saraceni. Le origini del castello si collocano tra il IX e l’XI secolo quando la famiglia Ottaviani si impossessò del luogo cingendo la torre con alte mura di cinta; esso appare menzionato in un atto di donazione all’Abbazia di Farfa del 1090 e riappare in un documento testamentario del

Convento dei Cappuccini e chiesa dei SS. Francesco e Bonaventura

a cura di Marco Cavietti

Il principe Paolo Savelli dona un sito, non lontano dal lago di Albano, sul quale dal 1616 iniziano i lavori per il convento dei Padri cappuccini con la chiesa intitolata ai SS. Francesco e Bonaventura, consacrata nel 1635 dal fratello, il cardinale Giulio Savelli. La costruzione del complesso conventuale avviene a spese di Flaminia Colonna - Gonzaga, principessa di Bozzoli, come testimoniano le due

Santuario di Galloro

a cura di Marco Cavietti

Il santuario di S. Maria di Galloro ad Ariccia è legato, anche in questo caso, ad un’immagine miracolosa e i Savelli, pur non essendo impegnati direttamente nella sua costruzione, detennero il patronato di due altari. Nel 1638 Federico Savelli fece costruire il primo altare in ringraziamento alla Madonna di Galloro per la sua liberazione dalla prigionia in Germania nel 1638.

L’altare rimasto incompiuto alla morte del principe, nel 1649, venne

Chiesa di S. Maria delle Grazie

a cura di Marco Cavietti

La chiesa di S. Maria delle Grazie era parte di un complesso monastico appartenente ai frati minori conventuali, oggi è stata sconsacrata ed ospita eventi curati dal Comune di Albano Laziale. Il convento sorgeva su un sito assegnato nel 1560, non lontano da dove Giacomo Savelli aveva supportato la costruzione di un altro convento dei francescani, confermando così il rapporto privilegiato della famiglia con l’ordine mendicante. Gli

a cura di Marco Cavietti

Ariccia fu feudo dei Savelli dal 1473 e sulla fine del XVI secolo iniziarono i lavori di costruzione della residenza, nel 1661 ai Savelli subentrarono il cardinal Flavio, Mario ed Agostino Chigi che acquistarono il feudo dal cardinale Paolo e dal principe Giulio Savelli promuovendo lo sviluppo urbanistico del feudo con la progettazione di Gian Lorenzo Bernini.

Chiesa di S. Pietro Apostolo

a cura di Marco Cavietti

La chiesa di S. Pietro, come abbiamo evidenziato sopra, era stata scelta dai Savelli per la vicinanza con il loro palazzo, al quale era messa in comunicazione, creando così quasi una cappella di corte. Anche in questo caso l’edificio sorge sui resti delle antiche terme ed è caratterizzata da un notevole campanile romanico.

Probabilmente i Savelli l’acquistarono nel 1440 dai monaci benedettini di Subiaco, e decisero di dedicare alla loro

Albano Laziale

a cura di Marco Cavietti

Il complesso conventuale e la chiesa di Santa Maria della Stella dei padri carmelitani, non lontano dall’Appia antica e dai resti di un’antica necropoli, furono costruiti attorno al 1561 su un terreno donato, anche in questo caso, dai Savelli. Nel 1621 iniziarono i lavori per un nuovo santuario, ma a causa della mancanza di fondi andavano a rilento. Nel 1676 la chiesa crollò e restò indenne solo l’altare dedicato alla Madonna. Il Comune di Albano

Albano Laziale

a cura di Marco Cavietti

Palazzo Savelli di Albano era un edificio fortificato con torri quadrangolari, innalzato sulle rovine antiche delle terme di Cellomaio e collegato alla vicina chiesa di S. Pietro apostolo grazie al reimpiego di un arco della stessa struttura termale, in questa maniera la famiglia poteva controllare il borgo che sorgeva limitrofo al palazzo.

L’edificio subì un parziale rifacimento nel corso del Settecento, dopo essere stato inglobato tra i beni della

Albano Laziale

a cura di Marco Cavietti

La piccola chiesa di S. Rocco era posta accanto alla porta Romana: entrambe vennero distrutte nei primi del Novecento. Giulio Savelli si impegno nell’edificazione della chiesa finanziando i lavori degli scalpellini nel 1662 e, probabilmente, anche dell’intera decorazione della chiesa tra cui la pala d’altare raffigurante l’Incoronazione della Vergine sopra Albano, andata perduta.

a cura di Marco Cavietti

Sin dal Medioevo, le proprietà sui Castelli Romani (Albano Laziale, Castel Gandolfo) costituiscono per la famiglia Savelli il nucleo centrale del loro potere baronale fuori Roma. In questi territori lungo la via Appia, principale asse di collegamento dell’epoca, erano ancora vive le memorie della leggendaria Alba Longa, cittadina progenitrice di Roma. Proprio grazie alla presenza di vestigia antiche su tutta la zona, i Savelli potevano anche celebrare le antiche

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