.................................................................................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................................................................................


(1513 - 1540)

Figlio di Giangiordano Orsini e Felice della Rovere, la figura di Girolamo resta ancora incerta nel giudizio complessivo, perché vi sono alcuni avvenimenti che ne offuscano la reale comprensione del personaggio. Egli fu condannato per l’omicidio del fratellastro Napoleone a causa di controversie patrimoniali, ma venne graziato da Paolo III Farnese, lo stesso che aveva fatto condannare l’altro fratello di Girolamo, Francesco Orsini abate di Farfa, per estorsioni e omicidi, e gli furono conseguentemente confiscati beni e ceduti al nipote Paolo Giordano (cfr. P. Litta, Celebri famiglie italiane - Gli Orsini di Roma, tav. XXVII).

Nel 1538 prese in moglie Francesca Sforza, il loro fu un rapporto di amore e complicità come testimonia le parole del segretario di corte (si veda ASC, AO, serie I, b. 379, nn. 59 e 126; E. Mori, L’onore perduto di Isabella de’ Medici, Milano 2011, p. 344, nota 24). Nel 1540 nacque la primogenita Maria Felice, battezzata dal cardinale Ippolito d’Este che in una lettera inviata a Francesca Sforza si dimostra entusiasta del rinnovato rapporto tra gli Orsini e la casa d’Este alleata con la Francia (ASC, AO, serie I, b. 400, f. 4, n. 207; cfr. E. Mori, L’onore perduto di Isabella de’ Medici, Milano 2011, p. 345, nota 45).

Girolamo non riuscì a vedere il figlio, il futuro Signore di Bracciano Paolo Giordano, che stava per nascere, perché morì il 3 novembre del 1540 (ASC, AO, serie II, reg. 778, c. 1). Secondo una cronaca di Roma, mentre camminava lungo le vie di Roma, fu colpito alla testa e dopo soli tre giorni, sebbene la ferita non sembrasse tanto grave, si spense a Bracciano (ASC, CC. Cred. XIV, t. 8, c. 90v; E. Mori, L’onore perduto di Isabella de’ Medici, Milano 2011, pp. 21, 344 nota 23).

Newsletter

Iscriviti alla newsletter per rimanere costantemente aggiornato sulle nostre attività